La Sardegna a Natale diventa un presepe. Questa meravigliosa isola nota per il suo mare di smeraldo, le sue coste intarsiate nel granito e la sabbia più bianca della neve, in occasione del Natale mostra un altro volto.
I suoi paesini accarezzati dalla tramontana e profumati di ginepro s’illuminano di mille luci, un paesaggio che riporta il cuore e la mente alla Palestina di 2000 anni fa.
La Sardegna riscopre sotto Natale le sue antiche tradizioni popolari che sanno di montagna e pascoli.
Il Natale era, allora come oggi, il momento in cui tutta la famiglia con tutti gli amici si riunisce in casa davanti al camino.
La tradizione prevedeva di imbiancare, prima della vigilia, il camino e sistemare al suo interno un grosso ceppo di legno chiamato: “su truncu de xena”, che restava acceso per tutto il periodo festivo.
In questo periodo il cui il mare lascia il posto alla montagna, su ogni tavola appare l’agnellone. L’agnello, per un popolo di pastori era il nutrimento principale e nella festa più importante dell’anno non può certo mancare come simbolo beneaugurante e di ringraziamento.
E poi il pane, fatto in casa, spesso realizzato con forme diverse, che un tempo veniva donato ai bimbi golosi e che oggi invece viene posto in bella mostra sui deschi imbanditi.
Durante la cena o il pranzo di Natale non possono mancare gli antipasti tipici: salsiccia, pecorino e olive “a schibeci” e come primo, i Culurgiones de casu (ravioli ripieni di pecorino fresco, bietola, noce moscata e zafferano) conditi con sugo di pomodoro e pecorino grattugiato ma anche i gnocchetti sardi al sugo di salsiccia. Per chi non ama l’agnello, c’è il famoso porceddu al profumo di mirto, accompagnato da verdura di stagione come sedano, finocchio e ravanelli. E per finire: i dolci tipici di ricotta con miele, le seadas.
Terminata la cena, in attesa della Messa della Vigilia, detta in sardo ”Sa Miss’è Puddu”, ovvero la “messa del primo canto del gallo”, si possono ancora sentire suonare le zampogne e le launeddas strumento di origine antichissima simile al flauto.
Insomma la Sardegna a Natale rivela un volto nuovo: antico e moderno convivono e la festa pervade ogni strada come il profumo del pane appena sfornato che conduce in una dimensione davvero magica.